LinkedOut, la ripresa (non solo economica)

Ci siamo prese un po’ di tempo perché i traslochi sono avvenimenti stressanti. Avvenimenti stressanti in altri avvenimenti stressanti. Tipo, lo sblocco dei licenziamenti. Doveva iniziare a settembre, invece miete già le sue vittime a partire dal mese di luglio. Vittime silenziose. Ma ancor più silenziosi sono i non rinnovi contrattuali, autorizzati durante tutto il periodo pandemico. Contratti in scadenza non rinnovati, la maggior parte a una platea femminile. Perché si sa, le donne sono quelle con contratti part-time, con tempi determinati, con apprendistato fino ai 30 anni (perché poi diventano madri quindi non le si assume), con p.iva per conciliare al meglio casa e lavoro, con i co.co.co. quasi illegali ma largamente diffusi, con contratti sfigati.

Il 98% delle persone ad aver perso il lavoro appartiene a questa categoria, quella femminile.

Hanno perso il lavoro prima dello sblocco dei licenziamenti, perché lasciare a casa una donna non fa paura. Tanto avrà un uomo che penserà a lei. Lasciare a casa padri di famiglia, fa già più effetto. E soprattutto, loro, hanno tempi indeterminati. Ora, da luglio, le cose iniziano a vacillare anche per loro, la strage silenziosa colpisce anche gli uomini e il danno che sta provocando è così devastante da non apparire nemmeno sulle pagine dei giornali, o nelle notizie di un tg. Solo alcuni ne parlano. Ma chi parla di lavoro parla delle stragi fisiche, dei morti, difficilmente si trova un dato esatto su cosa stia succedendo e su quante persone vengano lasciate a casa in questi giorni.

Si sa che i rider hanno ottenuto alcune vittorie, una prima formalizzazione contrattuale del loro lavoro, e noi di Noialtre siamo contente che questo sia avvenuto. Ma tutte le altre categorie? Lo stipendio medio in Italia è di 1200 euro al mese. Un paese industriale che si regge su stage sottopagati e continui rinnovi, situazione che nemmeno il Decreto Dignità è riuscito a risollevare, anzi.

E le categorie di riferimento sono tante, trasversali, direi in ogni settore, ad ogni età. Certo, le donne sono le più colpite. Le giovani per il rischio maternità, le meno giovani perché non ritenute più utili. Ma in ogni settore, ad ogni livello, c’è uno stato diffuso di sfruttamento ormai accettato. La scuola ha gli insegnanti tra i meno pagati d’Europa, la struttura scolastica, nella sua organizzazione, fa ancora riferimento al 1923, alla riforma Gentile, anche se con qualche adeguamento. La sanità, non ne parliamo, qualche bonus qua e là per dare una pacca sulla spalla alle persone che ci hanno salvato dalla pandemia. Il pubblico in generale, sta andando verso un baratro sconcertante e il settore privato lo sta seguendo a ruota.

Un Paese vecchio, che non ha imparato nulla da questa pandemia. Un Paese che sfrutta. Un Paese in cui la gente è così sfinita che accetta qualsiasi compromesso pur di portare a casa qualche soldo. Un Paese che ha bisogno di risollevarsi e che non sa dove trovare forza ed energia per farlo. Intanto oggi, Il Sole 24ore, in prima pagina, dice che il PIL in Italia è in risalita, a livelli da boom economico. Eppure le fabbriche chiudono, le persone perdono il lavoro, e il loro atteggiamento non è certo quello delle persone che hanno vissuto il boom.

In tutto ciò, Noi di Noialtre pensiamo che lasciare le donne a casa non sia certo la soluzione. Lasciare gli uomini a casa nemmeno. Lavorare 40 ore a settimana (quando va bene) non è la risposta. Lavorare tutti/e e meno forse renderebbe meno vecchio e più efficiente il tutto.

Ma come fare? E da dove partire? Abbiamo bisogno di risollevarci e di partire da soluzioni creative.

Noialtre inizia a cercarle e aprirà uno spazio di dialogo per parlarne il 15 settembre con l’ultima serata del nostro ciclo: “Gli stereotipi non hanno coprifuoco”.

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