un altro 27 gennaio è arrivato. E c’è sempre tanto da fare
Cosa fate oggi che è il 27 gennaio? Cosa fate oggi, Giornata della Memoria? In questo streaming che sta appiattendo tutto ma almeno ci fa mettere in qualche modo il naso fuori, si avvicendano sul tema manifestazioni, letture, film, documentari, immagini, opere d’arte, testimonianze. E ogni anno, immancabilmente, scopriamo che c’è qualcosa di terribile che ci è sfuggito l’anno precedente.
Si può fare molto, oggi.
Si può (ri)leggere Anna Frank per (ri)trovare le parole che dicono tutto.
Si può (ri)leggere Primo Levi.
Si può leggere L’amico ritrovato di Fred Uhlman, si può leggere Diario 1941-1943 di Etta Hillesum. Si può leggere Suite Francese di Irène Némirovsky. O Il silenzio dei vivi di Elisa Springer. Si possono leggere storie meno note. Come Aimée & Jaguar di Erica Fischer per ricordare che tra i perseguitati del regime nazista c’erano anche gli omosessuali e se con gli anni qualcosa in più si è scoperto sul destino riservato agli uomini, poco si sa delle donne rinchiuse nei lager perché lesbiche. L’elenco potrebbe continuare molto, molto a lungo.
Si possono rivedere film, e qui, da Il grande dittatore in avanti l’elenco è quasi infinito.
Si può seguire una delle tante proposte in streaming.
Come riascoltare dalla sua voce Oleg Mandić, “l’ultimo bambino di Auschwitz”, ospite ieri nell’ambito del Festival della Memoria – Living Memory (l’importanza di essere memoria) di Trento. Ha parlato a circa 5 mila studenti di tutta Italia e questo è uno dei doni dello streaming.
Si possono seguire spettacoli teatrali, letture, performance, concerti. Come quello al Teatro alla Scala stasera alle 19 (canale YouTube del teatro) con un intervento (come al solito imperdibile) della senatrice a vita Liliana Segre. O immergersi in visite virtuali. Come quella del Memoriale della Shoah di Milano. Chi è in cerca di emozioni forti trova anche visite virtuali ad Auschwitz-Birkenau. Anche se nulla eguaglia la visita in presenza.
Si può fissare per ore quel labirinto di cemento a Berlino che è il Memoriale delle vittime ebraiche d’Europa. O un monumento meno famoso, quello “dei triangoli” di Dachau a rappresentare i gruppi “ufficiali” di perseguitati politici razziali religiosi ma mancanti di altri triangoli, quelli neri degli asociali, i verdi dei criminali i rosa degli omosessuali, perché il monumento fu eretto nel 1968 e queste vittime sono state riconosciute come perseguitate solo dagli anni ’80. O, ancora, si può riflettere su Ravensbrück, il campo di concentramento riservato alle donne di cui solo una parte (stando ai dati, attorno al 20%) era ebrea, mentre la restante era formata da individue dai comportamenti deviati. Cioè lesbiche, prostitute, socialiste, comuniste, abortiste, rom, testimoni di Geova. Il campo delle reiette, insomma.
Non si può stilare una guida, oggi. Perché a farla finiremmo domani e come ha già detto la senatrice Liliana Segre, «nel tic-tac, che è il tempo che scorre, il tic è già tac». Quindi, buona Giornata della Memoria a tutte, tutti, tuttu.
Qualcuno può anche chiedere: ancora con questa solfa? Sì, ancora. Perché anche quest’anno, ne siamo sicure, scopriremo qualche aspetto orrorifico dell’Olocausto che ancora non conoscevamo.