Patriarcato e altri disastri (emotivi)


Una scena di Patriarchy, living in eternal lockdown

Siccome «non c’è niente di più pericoloso di una bestia ferita, e oggi il patriarcato è una bestia ferita» (lo dice Jane Fonda, mica bell hooks), tacere sul problema, magari per evitare conflitti, magari perché le donne sanno generalmente incassare bene i colpi, è il primo errore che si possa compiere. Al proposito, proponiamo un interessante doppio appuntamento, domani 25 ottobre, a Bologna, nello spazio Atelier Sì. Il primo in ordine di apparizione, come si dice nei film, è la presentazione di un libro. Il secondo, uno spettacolo-concerto. Vorremmo cominciare dal secondo, perché la materia è trattata in modo più diretto.

Si tratta di Patriarchy, living in eternal lockdown e a metterlo in scena è il duo Winter Family formato dall’israeliana Ruth Rosenthal e dal francese Xavier Klaine. La coppia si è conosciuta in Israele nel 2004 e da allora ha vissuto in diverse città del mondo (Parigi, Maxéville, New York e Tel-Aviv). Hanno all’attivo diversi album minimali, ossessivi quanto ipnotici e la realizzazione di quattro spettacoli di teatro documentario portati in tournée in mezzo mondo. In questo periodo sono in residenza al Sì di Bologna e questo, dedicato (si fa per dire) al patriarcato, è il loro quarto lavoro.

Il punto di partenza è la loro stessa vita quotidiana, tra rapporti di famiglia e professione. Un’indagine intima partita dalle registrazioni e trascrizioni segrete di Ruth Rosenthal degli elementi linguistici patriarcali ripetuti da Xavier Klaine nella loro casa-studio. Queste parole sono diventate materia prima di questa performance tra teatro documentario e concerto metal. Lo spettacolo sarà presentato in una “sound installation version” di e con Ruth Rosenthal, Xavier Klaine e loro figlia Saralei Klaine. Dopo il debutto a settembre al Centre Dramatique National Orléans in Francia, questa bolognese è una è una prima nazionale ed è stato possibile realizzarla grazie alla traduzione italiana curata da AtelierSì (lo spettacolo è in lingua francese con la traduzione italiana eseguita dal vivo da Fiorenza Menni, Andrea Mochi Sismondi e loro figlio Marco Mochi Sismondi).

Elisa Casseri

Ma prima, alle 19, Elisa Casseri presenta il libro “Grand Tour sentimentale” (Ed. Solferino) e il tema ruota ancora su spaccati di famiglia tutt’altro che rassicuranti. «Ho sempre abitato la mia emotività come se fosse un appartamento in affitto», scrive. Un appartamento da pagare senza che vi abbia scelto nemmeno il mobilio. La metafora è chiara, come è chiara la scelta di costruire il testo come un appartamento dove dentro troviamo voci spezzate, storie, identità, narrazioni che ci dicono quanto sia difficile sopravvivere persino a noi stessi. È un viaggio, Gran Tour sentimentale, dentro i nostri sentimenti in questi tempi complessi, tra traumi, famiglie disfunzionali, sesso, amicizia, amore e svariati disastri emotivi raccontati, nudi e crudi, da 90 persone barricate in case in pieno lockdown. Una vertigine in cui, attenzione, potremmo trovarci un po’ tuttə.

«Voglio mettermi uno zaino sulle spalle e partire per un cammino di Santiago sentimentale», ha dichiarato Elisa Casseri. «Voglio osservare e perdermi, aggiornare man mano le credenze acquisite e girovagare senza meta nella speranza di trovare degli indizi che mi permettano di orientarmi nei meandri dell’incommensurabile disastro delle nostre vite emotive». Ci è riuscita benissimo. (Presentazione libro ingresso gratuito, spettacolo 10/8€ su Vivaticket).

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