La Gazzetta è rosa, i miti sono azzurri
Oggi mi sono imbattuta in un episodio, diciamo così, curioso. Sono una tipa da bar, quindi approfittando del periodo di zona gialla mi fermo al bar dove, quando capita, sfoglio anche la Gazzetta dello Sport. Perché sono anche una tipa sportiva. Mi imbatto in una pubblicità redazionale che dice: “Tornano i miti”. Cioè “I miti dello sport 2”. «Una straordinaria collana per conoscere meglio i nostri eroi senza tempo». Ogni sabato sulla Gazzetta eccetera eccetera. Guardiamo, mi dico, chi sono questi miti senza tempo, pensando si sia usato il maschile sovraesteso.
La prima uscita è dedicata ad Alberto Tomba. Ci sta, ha vinto questo e quell’altro, è un personaggio estroso, grande personalità, rifletto. Di fianco c’è l’intera collana. I ritratti sono 20, ma al momento si anticipano i primi dieci. Ebbene, tra un Eddy Merckx e un Ibrahimovic, un Pirlo e un Panatta, un Mennea e un Niki Lauda, nemmeno una donna. Nemmeno mezza. La curiosità mi spinge a cercare i miti della prima collana. Perché oltre ad essere una tipa da bar e sportiva, sono anche una tipa distratta e me li sono persi. Insomma, la faccio corta. Scorro i personaggi, appaiono Baggio e Ronaldo (tutti e due, Il Fenomeno e Cristiano), Messi e Pelè, Maradona e Baggio, tanti calciatori ma anche campioni di altri sport, e via con Bolt e Pantani, Schumacher e Michael Jordan, Federer e addirittura Lorenzo Bernardi, a ricordarci di quella generazione di fenomeni della nazionale di pallavolo maschile degli anni ’90. Trenta campioni, e sapete quante donne? Una. Federica Pellegrini. Ho pensato: in effetti ha vinto talmente tanto che era proprio impossibile ignorarla.
Però insomma, c’è Pietro Mennea, e almeno una Sara Simeoni potevano mettercela. Il suo record del mondo nel salto in alto valeva meno? La medaglia d’oro alle Olimpiadi di Mosca dell’80 pesava di meno? Ci piace la figura di Roger Federer, ma Martina Navratilova è stata meno mitica? C’è Bernardi, sarebbe stato troppo dedicare un numero, non dico a Eleonora Lo Bianco, ma almeno a Francesca Piccinini? E la scherma, non meritava qualche pagina con Valentina Vezzali? È la sesta sportiva al mondo, e sottolineo mondo, ad aver vinto tre medaglie d’oro olimpiche in una singola specialità e la quinta ad andare a medaglie per cinque volte, ma forse chissà. Sarà sfuggita. Per non dire della ginnastica e una certa Nadia Comaneci. Come se non avesse fatto abbastanza storia quel suo primo dieci assoluto talmente inaudito che nemmeno il tabellone lo aveva previsto. Ok, mi fermo, sono solo alcuni nomi. Però no, in effetti il maschile della Gazzetta non era sovraesteso. Magari alla prossima collana qualcosa cambia. Ma oltre ad essere una tipa da bar, sportiva, distratta temo di essere anche troppo ottimista.